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lunedì 7 gennaio 2008

Era oggi ma son passati già trent'anni.

Non per propaganda, presunzione, voglia di particolareggiare, polemica, illusione di giustizia o addirittura suscitar rimorsi nelle coscienze di qualcuno, ma solo perché son certo che sia giusto ricordare il 7 Gennaio 1978. Perché spesso ci ripenso a quel giorno quando, adolescente, alle 7 della sera si doveva essere in casa, si aspettava il telegiornale che ne raccontava sempre una peggiore. E quella sera raccontò della strage di Acca Larenzia in cui furono barbaramente giustiziati due ragazzi di 20 e 18 anni, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta per il loro grande peccato di essere iscritti alla locale sezione del MSI. A seguito degli incidenti che scoppiarono nel preciso momento in cui un giornalista (o cameramen) della Rai gettò con disprezzo un mozzicone di sigaretta nella pozza di sangue di Bigonzetti, un altro ragazzo di 19 anni, Stefano Recchioni, fu ucciso da un colpo di pistola in fronte, esploso da un tenente dei carabinieri. Tre ragazzi. Tre giovani non tanto più grandi di me avevano perso la vita, non per incidente o malattia ma per preciso progetto di qualcuno. E io che non capivo cosa gli si era stato contestato mi sentii subito spinto ad unirmi al dolore delle loro famiglie. Meno ancora, il giorno dopo, capivo i discorsi che sentivo alla fermata dell'autobus, nel cortile della scuola, in piazza di fronte alla chiesa, di gente che giustificava, anzi approvava e quasi festeggiava. Solo una cosa ho capito in quel caos della mente, e mi era chiaro ed evidente: non per le idee politiche, neanche per i colori, non per il modo di vestire o di parlare, ma per l'inciviltà e la barbarie forse quasi mezza di quell'Italia trent'anni fa mi stava già sul c**zo!