RitaliaCamp vs CitizenCamp: una questione di soldi?
Da quando ne ho letto per la prima volta, ho immediatamente avuto la convinzione che il BarCamp fosse un’idea eccezionale. Sarà perché mi è subito tornato in mente quando da studente incontravo qualche conoscente che mi chiedeva: “tu studi i computers, bravo… ma a che serviranno poi quei cosi?”. Allora il BarCamp preistorico nasceva lì, per strada, alla ricevitoria del totocalcio, in edicola, o mentre si prendeva un caffè: si sviluppava il contraddittorio, qualcuno si era documentato, qualcun altro si riprometteva di farlo, ognuno diceva la sua: erano iniziati da non molto i meravigliosi anni ’80 ed era bellissimo!. Ai BarCamps attuali non ho mai avuto l’occasione di partecipare, mi piacerebbe, giuro che mi piacerebbe (anche se oggi probabilmente mi sentirei come un gatto messicano ad una lezione in giapponese di fisica nucleare) perché mi sembra di capire che lo spirito è proprio giusto, si conoscono belle persone e ci si scambiano le idee. Sabato scorso si è svolto il CitizenCamp a Casalecchio di Reno, a due passi da Bologna: si è letto che è stato interessantissimo e che ne sono tornati arricchiti di nuove cognizioni tutti i partecipanti. Tutti i partecipanti iscritti erano 79 di cui 12 hanno disdetto la presenza prima dell’evento. Non ho notizie a riguardo ma posso considerare che tra chi non ha partecipato senza depennarsi e chi è stato presente senza essersi iscritto il numero effettivo non sia ulteriormente cambiato e che a Casalecchio ci fossero tra le 65 e le 70 persone. Oggi si è svolto il RitaliaCamp a Milano per dare vita ad una idea-progetto di portale per il turismo in Italia. Il risultato della giornata sarà proposto come linea guida per un'evoluzione di italia.it che sia davvero rappresentativo del nostro paese. Gli iscritti per la partecipazione sono
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